Come operano le nanotecnologie

Gli impianti per il trattamento al plasma sono costituiti schematicamente da una camera dove generato il vuoto, un sistema di pompaggio e un sistema di generazione del plasma.

I pezzi vengono agganciati ad un telaio in alluminio (chiamato anche antenna) e posti nella camera di reazione e il sistema viene portato in vuoto. Una volta raggiunto il vuoto necessario, viene applicata all’antenna e quindi ai pezzi da trattare, una radiofrequenza che provoca la generazione del plasma.

Gli impianti che sfruttano il plasma a bassa pressione rappresentano una serie di trattamenti superficiali intrinsecamente “puliti” in quanto operano con bassissime quantità di reagenti e di conseguenza con formazione minima di sottoprodotti. Infatti, i sottoprodotti di reazione sono così minimi che, una volta assorbiti dalle pompe, non è necessario alcun recupero o smaltimento.

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I punti di forza dei trattamenti al plasma

I punti di forza dei trattamenti di superficie con plasmi a bassa pressione possono essere così riassunti:

  • Possibilità di esporre qualsiasi materiale senza termodegradarlo.
  • Processo a secco che non richiede solventi che spesso sono pericolosi per l’ambiente.
  • Rilascio trascurabile di sottoprodotti indesiderati.
  • Modificazione della superficie senza alterare le proprietà generali del prodotto.

Le fasi che contraddistinguono la lavorazione sono distinguibili in: di carico del materiale, trattamento e infine scarico del prodotto. Le fasi di carico e scarico possono essere gestite da personale o da sistemi automatici.

Il rivestimento si presenta come un coating compatto di spessori abbondantemente sotto il micron.

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